Ai tempi del Medioevo, il vino prodotto a Montalcino era chiamato Vermiglio e si otteneva con uve a bacca bianca e a bacca rossa. Il nome Brunello faceva riferimento solo all’uva a bacca rossa impiegata, ossia il Sangiovese ad acino grosso tipico della zona. La scelta di unire vitigni differenti col Sangiovese, era dovuta dal fatto che questo vitigno aveva una resa incostante. Nell’Ottocento Clemente Santi, agricoltore, con il nipote Ferruccio Biondi pensò di creare un Brunello in purezza iniziando a fare varie sperimentazioni. Fu questo lo sprint per l’Azienda Agricola Biondi-Santi e per tanti altri produttori della zona, che permise di produrre un Brunello sempre migliore, che si adattasse anche all’invecchiamento in legno. Questi vini dimostrarono subito di avere una grande longevità da 10 fino a 20 anni.La prima messa in commercio dell’attuale Brunello di Montalcino fu nel 1865.
Oggi il Brunello di Montalcino è tra i vini rossi italiani più importanti e conosciuti in tutto il mondo. Ricopre un territorio di solo 2100 ettari nel comprensorio di Montalcino, provincia di Siena, ed ha ottenuto la DOCG nel 1998. E’ un vino prodotto da solo Sangiovese grosso, detto appunto Brunello, e la sua grande peculiarità è l’invecchiamento esclusivamente in botte di rovere, infatti entra in commercio solo dopo cinque anni dalla vendemmia e con un anno in più di affinamento viene denominato Riserva. E’ un vino importante che predilige abbinamenti a carni rosse , selvaggina o piatti dai sapori forti come funghi e tartufo o con i formaggi molto stagionati. Tra le annate migliori 1975, 1985, 1988, 1990, 1995, 1997, 1999, 2001, 2004 e 2007.