Breve storia dell’Abate Nero
Da quarant’anni l’azienda trentina Abate Nero produce spumanti metodo classico che hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti. Tanto per intenderci, nel 2010 la guida Bibenda ha incluso la Cuvée dell’Abate Riserva 2004 nella top three degli spumanti italiani. Andiamo a conoscere da vicino la storia dell’Abate Nero, che nasce agli inizi del ’70. Se sei un intenditore di bollicine avrai intuito che il nome dell’azienda viene direttamente dall’abate francese che è considerato il padre dello champagne. Luciano Lunelli ed Eugenio de Castel Terlago, ancor oggi alla guida dell’azienda, danno vita alla prima cuvée nel 1973, ma è agli inizi del Novanta che decidono di puntare sull’alta qualità e sulla accurata selezione delle uve. I risultati non si fanno attendere e nel 1994 ecco la prestigiosa Riserva Cuvée dell’Abate. Il modello non può che essere la grande tradizione francese e così nel 2008 Lunelli dà vita a uno spumante classico a base di Pinot Nero: ecco come nasce il brut DOC Domini Nero 2010, l’elegante bottiglia per le grandissime occasioni.
Abate Nero, quando la pazienza ha il sapore dell’eternità
Quella cui danno vita i due amici nonché soci fondatori è una escalation qualitativa che culmina con una serie di prestigiosi riconoscimenti. L’attenta scelta delle uve e la notevole esperienza in cantina hanno fatto dell’Abate Nero una delle migliori aziende spumantistiche del Trentino, terra di per sé rinomata in fatto di spumanti metodo classico. Lo spumante di montagna Trentodoc è ormai considerato uno dei migliori spumanti italiani, come raccontano i riconoscimenti ricevuti dai vari produttori, e l’Abate Nero annovera almeno 6 etichette di pregiato Trentodoc. E tutte le bottiglie sono accomunate da una rara eleganza e da una struttura tale da renderle eccezionalmente longeve. Perché la selezione dei lieviti e la scelta delle cuvée permettono al vino di rifermentare in bottiglia così lentamente che lo spumante avrà il sapore dell’eternità. I winemaker di casa devono essere dotati di una pazienza da benedettini (diremmo, da abati…) se è vero che fanno riposare il loro vino sui lieviti per tempi lunghissimi. Il risultato è nel palato e nella memoria di tutti gli appassionati bevitori di questo spumante.
Abate Nero, produzione artigianale da 40 anni
Il fascino dell’Abate Nero discende direttamente dalla pazienza con cui i suoi produttori sanno controllare ogni singola bottiglia. Non devi meravigliarti allora se t’imbatti in etichette che risalgono a vendemmie di svariati anni addietro. Nonostante il successo e gli apprezzamenti ricevuti, non vengono prodotte che 50mila bottiglie all’anno, segno evidente di come la produzione sia ancora maniacalmente artigianale a distanza di quarant’anni. Oltre alla pazienza, il culto della qualità e la tecnica sono i tratti peculiari dei vignaioli trentini in genere e dei produttori di Abate Nero in particolare. Il motivo diventa chiaro se consideri come i contadini della zona siano da sempre abituati a sfruttare ogni angolo del terreno per via delle particolari caratteristiche del territorio. Ecco come nasce lo spumante classico trentino, prodotto strettamente legato alla sua terra nobile. Come dimostra una recente ricerca, la montagna influisce fortemente sulla produzione di vino spumante Trentodoc, anche quando le viti sono adagiate a bassa quota.
Dal bianco al rosa antico, i brut e i dry dell’Abate Nero
Se sei un appassionato delle bollicine secche non potrai rinunciare all’eleganza e al perlage finissimo dell’Abate Nero Extra Brut, ricavato da uve Chardonnay. L’Abate Nero Brut è invece l’etichetta storica della casa, ne apprezzerai lo stile deciso e la grande profondità al palato. In alternativa puoi lasciarti avvolgere dal sapore morbidamente secco e cremoso dell’Abate Nero Extra Dry, i cui profumi evocano cedro, pesco e acacia. Se sei un amante delle bollicine rosate puoi scegliere tra l’Abate Nero Brut Rosé, dal profumo fruttato e sensuale, e l’Abate Nero Domini Rosé dal perlage persistente e il fascinoso colore rosa antico.
Breve storia dell’Abate Nero
Da quarant’anni l’azienda trentina Abate Nero produce spumanti metodo classico che hanno fatto incetta di premi e riconoscimenti. Tanto per intenderci, nel 2010 la guida Bibenda ha incluso la Cuvée dell’Abate Riserva 2004 nella top three degli spumanti italiani. Andiamo a conoscere da vicino la storia dell’Abate Nero, che nasce agli inizi del ’70. Se sei un intenditore di bollicine avrai intuito che il nome dell’azienda viene direttamente dall’abate francese che è considerato il padre dello champagne. Luciano Lunelli ed Eugenio de Castel Terlago, ancor oggi alla guida dell’azienda, danno vita alla prima cuvée nel 1973, ma è agli inizi del Novanta che decidono di puntare sull’alta qualità e sulla accurata selezione delle uve. I risultati non si fanno attendere e nel 1994 ecco la prestigiosa Riserva Cuvée dell’Abate. Il modello non può che essere la grande tradizione francese e così nel 2008 Lunelli dà vita a uno spumante classico a base di Pinot Nero: ecco come nasce il brut DOC Domini Nero 2010, l’elegante bottiglia per le grandissime occasioni.
Abate Nero, quando la pazienza ha il sapore dell’eternità
Quella cui danno vita i due amici nonché soci fondatori è una escalation qualitativa che culmina con una serie di prestigiosi riconoscimenti. L’attenta scelta delle uve e la notevole esperienza in cantina hanno fatto dell’Abate Nero una delle migliori aziende spumantistiche del Trentino, terra di per sé rinomata in fatto di spumanti metodo classico. Lo spumante di montagna Trentodoc è ormai considerato uno dei migliori spumanti italiani, come raccontano i riconoscimenti ricevuti dai vari produttori, e l’Abate Nero annovera almeno 6 etichette di pregiato Trentodoc. E tutte le bottiglie sono accomunate da una rara eleganza e da una struttura tale da renderle eccezionalmente longeve. Perché la selezione dei lieviti e la scelta delle cuvée permettono al vino di rifermentare in bottiglia così lentamente che lo spumante avrà il sapore dell’eternità. I winemaker di casa devono essere dotati di una pazienza da benedettini (diremmo, da abati…) se è vero che fanno riposare il loro vino sui lieviti per tempi lunghissimi. Il risultato è nel palato e nella memoria di tutti gli appassionati bevitori di questo spumante.
Abate Nero, produzione artigianale da 40 anni
Il fascino dell’Abate Nero discende direttamente dalla pazienza con cui i suoi produttori sanno controllare ogni singola bottiglia. Non devi meravigliarti allora se t’imbatti in etichette che risalgono a vendemmie di svariati anni addietro. Nonostante il successo e gli apprezzamenti ricevuti, non vengono prodotte che 50mila bottiglie all’anno, segno evidente di come la produzione sia ancora maniacalmente artigianale a distanza di quarant’anni. Oltre alla pazienza, il culto della qualità e la tecnica sono i tratti peculiari dei vignaioli trentini in genere e dei produttori di Abate Nero in particolare. Il motivo diventa chiaro se consideri come i contadini della zona siano da sempre abituati a sfruttare ogni angolo del terreno per via delle particolari caratteristiche del territorio. Ecco come nasce lo spumante classico trentino, prodotto strettamente legato alla sua terra nobile. Come dimostra una recente ricerca, la montagna influisce fortemente sulla produzione di vino spumante Trentodoc, anche quando le viti sono adagiate a bassa quota.
Dal bianco al rosa antico, i brut e i dry dell’Abate Nero
Se sei un appassionato delle bollicine secche non potrai rinunciare all’eleganza e al perlage finissimo dell’Abate Nero Extra Brut, ricavato da uve Chardonnay. L’Abate Nero Brut è invece l’etichetta storica della casa, ne apprezzerai lo stile deciso e la grande profondità al palato. In alternativa puoi lasciarti avvolgere dal sapore morbidamente secco e cremoso dell’Abate Nero Extra Dry, i cui profumi evocano cedro, pesco e acacia. Se sei un amante delle bollicine rosate puoi scegliere tra l’Abate Nero Brut Rosé, dal profumo fruttato e sensuale, e l’Abate Nero Domini Rosé dal perlage persistente e il fascinoso colore rosa antico.