Moscato d’Alessandria: origini, caratteristiche del vitigno e l’assoluta prelibatezza del vino sono in grado di proiettare il consumatore nella calda atmosfera del Mediterraneo.
Tra i prodotti più antichi del nostro paese, il Moscato d’Alessandria rappresenta uno dei prodotti più aromatici ottenuti dal vitigno Zibibbo. Queste uve sono utilizzate per un duplice scopo che vede il suo consumo fresco come uva da tavola, oltre che per la produzione di vini dolci come il Passito di Pantelleria. Lo zibibbo è un vitigno il cui nome deriva senza dubbio dall’arabo “zibibb”, che significa appassito. Il Moscato d’Alessandria è conosciuto infatti con questo nome perché proviene direttamente dall’omonima città egiziana, sebbene si sia successivamente diffuso in tutto il mondo anche sotto altre denominazioni. Ad ogni modo, lo zibibbo viene sfruttato principalmente per le sue qualità zuccherine, esaltate grazie all’appassimento e alla successiva vinificazione.
Il Moscato d’Alessandria è un vitigno molto versatile, che si adatta facilmente a diverse tecniche di coltura, anche se è non è molto resistente alle malattie e ai parassiti, in particolare all’oidio e alla peronospora. Il Moscato d’Alessandria è utilizzato anche per produrre vini aromatici più secchi, sebbene i risultati nella tipologia dolce siano di gran lunga più soddisfacenti.
Da un punto di vista ampelografico, il grappolo presenta la classica forma piramidale e i chicchi sono mediamente grandi e si distinguono per il colore verde tendente al giallo. Si tratta di un vitigno a maturazione tardiva, per questo si presta anche all’uso come uva da tavola. Il vino ottenuto dal Moscato d’Alessandria si presenta con un colore giallo molto intenso con riflessi dorati, quasi a ricordare la calda estate mediterranea, e sprigiona un profumo ricco, particolarmente zuccherino. Sebbene si pensi che il Moscato d’Alessandria sia un vino da dessert per accompagnare i dolci della tradizione come la pasticceria secca o la pasticceria a base di pasta di mandorle, dobbiamo sfatare il mito che i vini passiti e zuccherini in generale siano solo per questo abbinamento.
Tra le bottiglie più amate troviamo Diamante d’Almerita e Donna d’Aria fiori di Arancio. Entrambi sono vini di meditazione che possono essere consumato anche durante aperitivi o antipasti. Il suo abbinamento con i formaggi è sublime, grazie alla capacità di saper esaltare i sentori più intensi del salato con il suo carattere, decisamente più zuccherino.
A livello di riconoscimenti, il Moscato d’Alessandria e comunque lo zibibbo, è stato dichiarato nel 2014 come bene del patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO e per la prima volta nella storia un vitigno è stato insignito di un valore così importante.