Il vitigno verdese è parte di un territorio più ampio destinato alla viticultura, che rientra nel cosiddetto IGT delle Terre Lariane destinato ad un grande sviluppo.
Andiamo alla scoperta di questo importante vitigno e delle Terre Lariane, ormai divenute importanti al pari di altre terre storiche per la produzione vitivinicola.
Il vitigno
Il vitigno verdese compare sul registro nazionale dei vitigni dal 1996. I suoi acini, prevalentemente verdi, conferiscono il nome al vitigno; il vino che si ricava è un vino paglierino che prende la sua tonalità dalle bacche bianche delle quali è costituito. Cosa più importante rientra nella categoria dei vitigni parte dell’IGT delle terre Lariane, ed è presente tra le province di Como e Lecco.
L’IGT delle terre Lariane, rappresenta una piccola realtà della cultura vitivinicola lombarda; ma che contro ogni pronostico, sta ottenendo ottimi risultati. Le terre Lariane sono territori in cui la viticultura c’è sempre stata solo che per lunghi periodi è stata dimenticata e trascurata.
Tra Como e Lecco, in particolar modo, sono sorti dei vitigni molto interessanti tra cui quelli del verdese. In quest’area si sono sviluppate poche aziende ma dalle grandi prospettive. Riconosciute all’interno dell’IGT, ovvero Indicazione Geografica delle Terre Lariane. A tutti gli effetti, queste aziende fanno parte della carta geografica dei vitigni che realmente contano.
Una caratteristica comune è la difficoltà inerente alla coltura. Si tratta infatti di territori di montagna che presentano non poche difficoltà per la lavorazione delle viti. Le terre lariane fanno parte di un territorio più ampio che, nel tempo, ha visto succedersi diverse coltivazioni.
Proprio per questo motivo l’obiettivo dell’IGT, così come ha spiegato l’Assessore alle attività produttive della provincia di Lecco, è quello di portare regole ben definite di coltivazione in un territorio dove si è sviluppata una certa anarchia in questo senso.
Questa strategia mira a valorizzare il patrimonio vitivinicolo delle terre lariane in modo da reggere il confronto con quello di tutte le altre terre lombarde. L’IGT consente di ampliare i territori coltivabili, in particolar modo attraverso la riqualificazione di aree destinate al degrado; e tutto ciò grazie all’accesso a determinati diritti che l’essere parte dell’IGT comporta. Un altro importante aspetto su cui si sta puntando è l’ampliamento dell’offerta turistica.